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Già sul finire del secolo scorso, Giulio Ferroni è stato tra i primi a svolgere una riflessione sul rapporto tra i linguaggi letterari e le modificazioni radicali che si sono avute nell'universo della politica, dell'ideologia, della comunicazione, della tecnologia, sullo scorcio finale del Novecento. E per numerosi aspetti ha anticipato successivi sviluppi teorici, specie per ciò che riguarda l'azione delle nuove tecnologie e l'urgenza di un'ecologia della comunicazione e della produzione intellettuale. Alla luce degli ulteriori passaggi che si sono dati all'inizio del XXI secolo, Ferroni arricchisce la sua riflessione di nuovi esempi e materiali che si confrontano con i nuovi "crolli" e conflitti, con il pericoloso emergere di fondamentalismi e di particolarismi, con l'attacco sempre più pesante che il dominio cieco del mercato e della pubblicità conduce contro la più autentica esperienza letteraria: motivando in modo nuovo l'urgenza di una letteratura che sappia saldare responsabilità e passione, rispondendo vigorosamente ai pericoli molteplici che sembrano volerla precipitare verso la "fine".