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Giuseppe Ungaretti, dialogando con Leone Piccioni, invitava l'amico a non dimenticare quale implacabile ironia si nascondesse per lui dietro la parola Allegria. Mutuando un pensiero di Federico De Roberto - scrittore che, per le incomprensioni patite, si intendeva di amara "disdetta" della vita - potremmo dire che, sotto il segno della malinconia, il tempo si porta via talvolta non solo il riso, ma anche il sorriso. La prosa di alcuni autori studiati in questo libro - di Pirandello, Palazzeschi, Sbarbaro, Vittorini, oltre che degli stessi De Roberto e Ungaretti - disvela, secondo registro ancipite, una figura che attraversa emblematicamente il nostro Novecento letterario: dell'"uomo solo" che, partecipe tenacemente della vita e a un tempo distante da essa, incontra le emozioni del mondo ora con un volto a ciglio asciutto, ora con un volto gaio.