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Il progresso tecnologico degli anni recenti ha occupato tutti i campi del sapere, investendo anche la critica d'arte. Il saggio propone un nuovo approccio valutativo ad alcune delle maggiori opere della scenda metà del Quattrocento, in particolare quelle del grande pittore, scultore e orafo Antonio del Pollaiolo, arrivando a formulare attribuzioni diverse da quelle ormai consolidate. Mentre il maestro fiorentino è stato negli ultimi anni oggetto di un tentativo di ridimensionamento da parte della critica, l'autore ne riafferma l'impareggiabile livello artistico sottolineando al tempo stesso la grande generosità nel ritrasmettere ai suoi allievi, tra cui Leonardo, Botticelli e Antonello da Messina, i risultati del suo approccio scientifico all'arte.