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«Un tempo, il mio cuore traboccava di prelibato nettare ch'io generosamente offrivo in banchetti dorati; vi era una vasta tavola imbandita, goloso sangue su marmo bianco e poi gente con grossi cucchiai senza pietà; eppure erano compassionevoli, perché questo sangue non finiva mai e sembrava addolcirsi sempre più.» «Tu eri e sei il riflesso di un mondo che non sento mio, chiusa come sono nella mia ingenua gioia di vivere. Allora continuo a vestirmi ogni giorno di primavera, carezzando il fuoco del mattino, invocando madonna Bellezza per tramutare ogni mia lacrima nera in abiti di inchiostro per le righe nude di queste pagine.» Con la prefazione di Alessandro Quasimodo.