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Una campionatura della nostra società "in agonia dell'umano" e sovvertitrice della natura vogliono essere "Le stagioni dismesse", misurate sulla lettura, talora cronachistica talaltra storico-filosofica, del presente. Questa poesia del disincanto attacca, sin dall'inizio, quei poeti che giocano nei versi con il rifuggire dalla realtà in un fraudolento nascondimento dietro una surrettizia neutralità evasiva. Senza un sostanziale cambiamento di rotta, ci può attende solamente una "notte leucemica", come avverte il canto del giorno svenduto perduto.