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Nonostante la letteratura sui temi della disabilità e dell'inclusione scolastica sia ormai ampia, ancora mancava un'analisi approfondita sulle criticità e le specificità del lavoro con gli studenti disabili nella scuola secondaria. Con il presente volume Mario Mapelli colma questo vuoto, e la sua esperienza diretta sul campo gli consente di proporre uno sguardo «dal basso» che svela i pregiudizi, le contraddizioni e i tabù su cui si fonda l'agire dell'istituzione scolastica. L'analisi dell'autore ha origine da un interrogativo che suona provocatorio: per come è organizzata e per le logiche a cui risponde, la scuola superiore è davvero il luogo adatto per l'educazione degli studenti con disabilità? In un contesto in cui domina un modello fondato sulla valutazione del risultato e sull'apprendimento nozionistico, quale effettivo spazio di crescita e di relazione è concesso all'alunno con difficoltà? Il libro, arricchito da una serie di tavole a cura di Flavio Boretti che illustrano in maniera esemplare alcune modalità di approccio della scuola nei confronti della disabilità, è anche il racconto ironico e disincantato di una professione, quella dell'insegnante di sostegno, il più delle volte ancora misconosciuta e che spesso deve fare i conti con gli stessi problemi di inclusione affrontati dagli alunni con disabilità. Stare al loro fianco, scrive Mapelli, «mi ha portato a condividere la precarietà degli ultimi: la loro fragilità è la stessa del mio ruolo». Da qui l'urgenza di uscire da questo isolamento e di dare voce a chi da troppo tempo è costretto al silenzio, da una parte e dall'altra della cattedra. Prefazione di Vanna Iori.