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Si sta facendo un ampio, deleterio abuso di vocaboli e di affermazioni, come se le parole fossero "tutto", e non l'espressione di concetti e teorie, come se le carenze ragionative, le menzogne, le contraddizioni non fossero aberranti anomalie. Dogmatismi, social network e populismi vari contribuiscono non poco a questa moda, o voga, ormai attecchita in molti. Troppi? Si sta tentando di annientare la chiarezza, nonché la lealtà. Forse, sarebbe bene reagire con un'esortazione: "Parla come mangi". Al di là dell'impiego comune di essa, che richiederebbe la rinuncia non solo a un linguaggio confuso, ma pure, e purtroppo, dotto e specialistico, non si può fare a meno oggi di interpellare, in proposito, alcuni intellettuali su temi attuali e pregnanti, di cui sono reali esperti. Tanto più che ciò riguarda le interazioni tra la massa e il potere, indagate in modo eccelso dal premio Nobel Elias Canetti. Gli enigmi di Canetti si sono oggi appiattiti o ingigantiti, oppure sono divenuti inafferrabili? Il volume forse non piacerà ai più, tuttavia questo rimane il compito di un serio spazio intellettuale, collettaneo, poiché la pluralità delle voci si attesta indispensabile, al fine di evitare l'odierna omologazione.