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Cinque racconti di un viaggio nei luoghi della mente. Tessere d'una mappa esplorativa di un osservatore partecipe, che racconta la psiche umana in un diario di bordo libero dai legacci di un sistema di psicoanalisi preformato ad arte negli ultimi secoli. L'iniziale innocua attività di chi rimane al sicuro entro i confini del possibile e del plausibile, dove la primavera del fantastico apre fessure nella compattezza della realtà ordinaria, lascia il passo a eventi e visioni lacerate e laceranti, in cui l'intrusione della follia chiama in causa l'esperienza del clinico. Tutto ciò alla luce di un rapporto con le istituzioni e la cultura dominante caratterizzato dall'intenzione di attribuire caratteri di plasticità e non di patologia all'attitudine visionaria, a cui l'antropologo e l'esperto in psicopatologia generale daranno un senso allorché accettino che l'elaborazione delle emozioni è la via che impedisce l'avvento della cronicità e della incoercibilità delle allucinazioni e dei deliri.