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Gli Amori di Ludovico Savioli figurano tra le raccolte poetiche più innovative e influenti nell'età che corre dal secondo Settecento al primo Ottocento. Le ventiquattro odi - splendido frutto di una ispirazione episodica efficacemente caratterizzata - offrono raffinati cammei di scene e situazioni del bel mondo bolognese, entro una struttura che anticipa di due decenni il «libro delle Odi» pariniane. Il testo si basa sull'edizione principe del 1765 per la raccolta organica e su quella del 1782 per la canzone Amore e Psiche che, pur esterna al disegno del libro, si propone quale clausola d'autore a una breve stagione poetica, e forse anche a un'epoca. La soluzione di una cifra stilistica esclusiva è indagata nell'ampio commento, che dà ragione dei modelli poetici assunti dal Savioli - sia antichi sia moderni - e di un magistero che ha affascinato i grandi lettori dell'età successiva, da Monti al giovane Foscolo al giovanissimo Manzoni.