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"Sono già passati quasi dieci anni, da quando accettai di scrivere la biografia del pittore di scuola giapponese Onuki Keigaku, su richiesta della sua famiglia. Ancor oggi però non ho tenuto fede al mio impegno. La primavera scorsa, quella stessa famiglia mi ha mandato da Kyoto un formale biglietto d'invito alla cerimonia del tredicesimo anniversario della morte dell'artista, cerimonia che si sarebbe celebrata in un tempio zen della città; all'invito era accluso un cartoncino di risposta per confermare o meno la mia presenza." Incaricato di scrivere la biografia di un pittore giapponese affermato, il narratore trasferisce piano piano il proprio interesse sulla figura del falsario Hara Hosen, compagno di gioventù dell'artista, che nonostante le grandi potenzialità iniziali aveva poi condotto una vita oscura e sfortunata, dipingendo copie dell'amico. Con uno stile particolare, pacato, apparentemente divagante, ma che sfocia in improvvise rivelazioni, Inoue ci avvicina con solidarietà e compassione all'essere umano nel suo momento più amaro, della disillusione e della sconfitta.