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All'inizio del Ventesimo secolo, il Prinz Waldemar è un poderoso e moderno piroscafo da tremila tonnellate che, ogni dodici settimane, proveniente da Hong Kong, solca l'oceano Pacifico diretto a Sydney, toccando le terre del protettorato tedesco, la Nuova Pomerania. A differenza delle colonie africane, quelle terre sono, per l'Impero di Guglielmo II, assolutamente superflue. Ma nella lontana Berlino si parla di quelle isole come di preziose perle iridescenti infilate in una collana. Attratti perciò dal loro irresistibile richiamo paradisiaco, avventurieri e sognatori di tutti i tipi si imbarcano ogni dodici settimane sul Prinz Waldemar verso i mari del Sud. Tra questi, un giovane uomo di venticinque anni, con gli occhi malinconici di una salamandra. Si chiama August Engelhardt. È vegetariano e nudista, e qualche tempo fa ha scritto un libro dall'affascinante titolo Eine sorgenfreie Zukunft, "Un futuro spensierato", e ora è in viaggio verso la Nuova Pomerania per acquistare della terra e avviare una piantagione di noci di cocco. Il desiderio più grande di August Engelhardt, la sua vocazione, è perciò creare una colonia di coccovori, di mangiatori di cocco, nelle nuove terre dell'Impero. Ispirato a una figura realmente esistita, "Imperium" ci trascina in un surreale turbine narrativo, dove l'avventura di Engelhardt raffigura esemplarmente il naufragio stesso dell'anima tedesca agli albori del XX secolo.