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D'istinto, dopo aver creato e ambientato il ciclo di Sandokan nel Borneo, nella Malesia e in India, ricavandone immediata popolarità, Salgari cerca nuovi spazi narrativi per la sua immaginazione e per il suo pubblico. Felice istinto, sulla carta geografica dispiegata sotto gli occhi, che gli spalanca adesso un orizzonte coloratissimo nel centro America, con le risorse dell'epopea corsara, il gusto di una libera trasgressione, un diverso esotismo. Manca sì un protagonista assoluto come Sandokan, ma lo scrittore supera la sfida inventiva, scoccando a ripetizione frecce dal suo arco, con fantasiose variazioni: il Corsaro Nero e il Corsaro Rosso, la pirateria al maschile e al femminile, le successive fasi generazionali dei personaggi. Ne deriva il vantaggio di situazioni fuori dallo standard dell'eroe statuario ma inevitabilmente troppo uguale a se stesso. In culture meno legate alla classicità Stevenson già nel 1883 aveva dato alle stampe un bestseller mondiale come "L'isola del tesoro", scoprendo un filone fortunatissimo che nel nostro secolo arriva alla saga multimiliardaria di Hollywood sui "Pirati dei Caraibi" interpretati da Johnny Depp e prodotta da Jerry Bruckheimer. Ma in Italia il brevetto porta la firma di Salgari. In lui riconosciamo un precursore geniale, il custode prezioso dell'avventura e del regno dell'infanzia.