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Il volume racchiude dei saggi che riprendono la prospettiva ermeneutica inaugurata da Gaston Bachelard e da altri teorici, focalizzando l'attenzione sullo statuto dell'immagine in tutte le sue sfaccettature. Nello specifico, coniuga un approccio di tipo retorico con la mitoanalisi, intesa come esplorazione dei simboli e delle strutture antropologiche dell'immaginario. Una parte degli studi riguarda l'analisi dei tropi come tratti evocatori e perfino demiurgici insiti nella scrittura di autori quali Rachel Bespaloff, Lorand Gaspar e Ortega y Gasset. Altri contributi esplorano alcuni motivi in quanto potenti catalizzatori di immagini che gravitano attorno al disastro (Maurice Blanchot), all'esilio (Yvan Goll), al bianco iconico (Yasmina Reza), all'amore di lontano (Jaufre Rudel), al grido (Benjamin Fondane), alla soglia (Lucian Blaga), all'acqua (Lucian Blaga e Borges) e al luogo natio (Francesco Antonio Santori). I saggi associano la configurazione dell'immagine al campo del simbolo, con il quale essa condivide valori e funzioni, promuovendo nuove e affascinanti possibilità interpretative.