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Scorrendo l'indice di "Casapercasa" si entra in un microcosmo dove ogni cosa - luoghi, legami, discorsi - è in bilico, fuori posto o fuori fuoco, come dopo un'esplosione. Nello spazio allargato della città ideale - una Ferrara che con la sua pianura circostante sembra contenere tutta l'Italia, tutta l'Europa - si accumulano i segni di una crisi radicale. "Casapercasa" è il tentativo di metterli in sequenza, di ricostruire un ordine narrativo, un filo, per interpretarli e farci i conti. Abruzzese costruisce così un reportage involontario, ironico e disarmante, di una ricerca di senso condotta con tenacia e leggerezza. Tra le pagine di taccuino del protagonista, un insegnante in anno sabbatico dopo un matrimonio fallito, ci imbattiamo in personaggi sradicati o sorprendenti, come Gisella e suo padre Athos, Tenora ma soprattutto Giorgio "Aggiustatutto", il compagno di viaggio e amico ucraino con cui il protagonista cartografa città e pianura e impara a leggere la crisi. E, forse, a uscirne.