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L'Enciclica aiuta a ripensare l'atto di fede. Non è una spiegazione delle verità del Credo, ma dello stesso atto di fede, del quale offre le coordinate teologiche, filosofiche, spirituali, psicologiche affinché lo si possa capire e pronunciarlo liberamente. Essa pone alcune domande essenziali: la natura della fede e il contesto in cui nasce; chi ne garantisce la credibilità e l'affidabilità; perché si debba credere. Illustra il rapporto con la storia e la ragione, il tipo di verità delle altre scienze. Delinea l'aggancio alla speranza e all'amore, avendo al centro il mistero di Gesù morto e risorto per noi. Il tutto è offerto come risposta alla domanda di ricerca di senso della vita, così come è posta dalla cultura contemporanea: la fede aiuta a vivere bene e a salvaguardare il bene comune della società organizzata. La fede nasce e si coltiva all'interno della comunità; al suo interno essa è presentata come una storia che si identifica con quella del popolo ebraico a partire da Abramo, e che trova il suo centro in Gesù. Il credente con la sua fede è invitato a riconoscere in essa un atto di amore di Dio verso l'uomo, che è sollecitato ad accoglierlo. In tal modo egli dà il proprio contributo alla continuazione di questa storia.