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Nel lento esaurirsi dell'età rinascimentale a imporsi è la complessa questione delle posizioni dell'uomo che, in piena svolta antisostanzialistica, avverte la caduta di ogni punto di riferimento unidirezionale, di ogni ordine cosmologico o teologico. La sua natura, fatta di anina e corpo, di ragione e passioni, si rivela condizione di esistenza nel tempo, tra il nulla e l'infinito, il senso comune e i vincoli civili e religiosi. In tale consapevolezza questo volume esamina alcuni motivi di fondo delle posizioni di Montaigne e Pascal, di Descartes e Vico nell'ovvia autonomia delle rispettive tesi teoriche provocatoriamente non sempre disposte a proporsi come filosofiche in senso tradizionale.