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L'inclusione dell'osservatore nel contesto dell'osservazione e l'autonomia sono i due temi dominanti che percorrono questo lavoro sulla storicità della conoscenza. Nella biologia che si richiama al concetto di autorganizzazione, l'osservatore-interprete è messo in gioco dalla nozione di autonomia del sistema vivente. Nelle scienze storico-sociali vale ancora quel che aveva scritto Vico, il quale dichiarava che la storia possiamo conoscerla proprio perché siamo noi a farla. Ma si è spesso trascurato di aggiungere che questa conoscenza soffre della distanza: noi non possiamo "fare" e "conoscere" nello stesso tempo. Ed è proprio dentro tale distanza che ci si dibatte con la coscienza del limite. L'evento e l'osservatore uscì nel 1987, e fu tradotto in francese per l'Harmattan nel 1998. All'epoca della prima edizione l'orientamento epistemologico della complessità stava mettendo in discussione la tradizionale distinzione tra scienze naturali e scienze storiche e sociali. Da allora la riflessione e la discussione si sono sviluppate e arricchite, ma sono ben lungi dall'essere esaurite.