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Il volume propone un approccio per tanti aspetti nuovo all'idea di critica in pedagogia: un approccio capace di evitare sia i facili entusiasmi e adesioni, sia i sospetti e i rifiuti che questa idea tende a suscitare e riscuotere; un approccio che rifiuta la rappresentazione della critica come organo della realizzazione delle potenzialità conoscitive umane o come strumento per il compimento della maturità/destinazione antropologica (una rappresentazione, questa, che non può non presupporre una qualche verità-legalità data, delle cose o dell'uomo). Più opportunamente e proficuamente la critica può venire definita come una virtù pratica: una virtù cui la pedagogia e l'educazione devono guardare, alla cui definizione devono concorrere e che sono chiamate a curare, sviluppare, potenziare ogni volta che sono obbligate a destreggiarsi nel difficile gioco tra l'oggettività del reale e l'esercizio della libertà.