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La ripubblicazione del Fichte, uscito nel 1950 e in seconda edizione nel 1976, diventa particolarmente opportuna nel momento in cui vi è un rinnovato interesse per gli studi fichtiani in Italia e all'estero. L'opera, che ha trovato ampio riconoscimento anche in campo internazionale, conserva tutto il suo interesse come eccezionale strumento di chiarificazione degli ardui testi fichtiani. Quella di Pareyson è una ricostruzione della filosofia del primo Fichte di straordinaria intelligenza, che riesce a fondere perfettamente minuziosa esegesi del testo e originalità ricostruttiva. Fra gli aspetti più rilevanti della sua interpretazione vanno ricordati l'interpretazione della Grundlage alla luce della Nova methodo del 1798; il problema della filosofia della filosofia; la centralità del tema della libertà, e infine la tesi che vi sia in Fichte una continuità non tanto di sistema quanto di sviluppo e che perciò si debba riconoscere nella sua seconda fase il compimento del suo pensiero. Ma quello che Pareyson avverte come l'aspetto di più alto significato speculativo e di maggiore attualità del pensiero di Fichte è l'invalicabilità del punto di vista del finito inseparabilmente unita alla dimensione ontologica del pensiero. Questa interpretazione di Fichte è una tappa importante nella formazione del pensiero ermeneutico di Pareyson, che teorizzerà quel nesso di verità e interpretazione che fa coincidere apertura ontologica del pensiero e rigoroso rispetto della finitezza.