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Questo libro non fa parte delle revisioni critiche sulla razionalità cartesiana, così di moda nell'era dei pensieri deboli e delle identità molteplici e non è nemmeno una parafrasi ironica dei percorsi formativi sospesi tra digitalità e ricerche di senso, così frequenti in una società che si nutre di frammenti o, forse, di frantumi. È invece una ricostruzione attendibile degli scenari, dei copioni e dei soggetti umani che sottendono gli itinerari formativi. Se il pensiero nella società preelettronica costituiva il modello e la ragion d'essere di un'educazione mirata alla formazione di identità forti, la digitalità, nella società della rete, ne ha preso il posto, con tutte le conseguenze epistemologiche, concettuali e virtuali.