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Il libro, dove l'esperienza personale si affianca alla documentazione storica, intende offrire un'immagine non convenzionale dell'Engadina. Accanto a pagine di riflessione sulla "specificità" culturale e linguistica engadinese - non escluso il folclore - l'autore propone una nutrita campionatura di testi letterari, che testimoniano il fascino esercitato da questo "Tibet delle Alpi", come lo si è chiamato, su scrittori e artisti di ieri e di oggi. Gli sguardi di illustri visitatori stranieri (da Friedrich Nietzsche, Hermann Hesse a Max Frisch ed Eugenio Montale) si alternano a quelli degli scrittori locali, poco noti in Italia (da Oscar Peer a Leta Semadeni). Isella ha tradotto, per l'occasione, prose e poesie dal tedesco e dal romancio. Il volume è suddiviso in sei capitoli, ognuno dei quali fa riferimento a un particolare nodo tematico e simbolico, come l'acqua, la terra e la casa.