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"Mateo è un "fondista". La sua lunga marcia gli ha consentito di dare un contenuto alle proprie certezze, ma non tanto sotto forma di convinzioni inconfutabili, quanto piuttosto attraverso un discorso ricco, che struttura e relativizza il valore del dubbio, dell'ambiguità. Ha iniziato leggendo, faticando, elencando questioni e osservando con stupore il consolidamento del contesto endogeno e autocompiaciuto dell'architettura catalana. Egli ha tratto vantaggio dalla sua mancanza di valori considerati essenziali per la cultura locale. L'opera di Mateo non è mai ovvia. Il suo atteggiamento sperimentale e iconoclasta assume l'artificiosità dell'architettura e la necessità dell'invenzione partendo dall'assenza di stile e con spirito didattico. Egli persegue atmosfere ed erge costruzioni di acciaio e calcestruzzo: non si sa mai se i suoi edifici siano pesanti o leggeri, solidi, liquidi o gassosi, belli o brutti." (Miquel Adriá)