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Dopo aver ricevuto da studenti e colleghi una miscellanea di scritti in suo onore, a festeggiamento dei suoi sessanta anni di carriera universitaria, un professore si accorge che nella parte dedicata alla sua biografia manca qualcosa che ha invece rappresentato la più significativa e determinante esperienza emotiva e sentimentale dell'intera sua vita: l'incontro con il suo professore di letteratura inglese da cui era rimasto intellettualmente sedotto. Rivive così l'altalenante rapporto di tenerezza e repulsione con il suo maestro, che l'aveva profondamente angosciato, avviandolo dolorosamente verso la vita adulta. Come spesso nelle opere di Stefan Zweig, è un elemento imprevedibile e incontrollabile - appunto un sovvertimento dei sensi - a turbare in un attimo le zone più oscure della coscienza e a sconvolgere così tutta una vita. Questo breve, romanzo del 1927, affronta, con la consueta finezza psicologica dell'autore, le ossessioni e i sensi di colpa, i desideri inconfessati e i conflitti interiori dei personaggi, offrendoci una rappresentazione della passione come forza oscura e irreprimibile.