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Sono sessantenni panciuti e stanchi quelli che sguazzano nella piscina dell'esclusivo club Ma'adi, per lo più militari in pensione, generali e alti gradi dell'esercito egiziano. Fra loro c'è il capitano Ni'mat, ex pilota di caccia che ha combattuto nella guerra dei Sei Giorni, quella del 1967 contro Israele che si è conclusa con una sonora sconfitta dell'Egitto e, quindi, sua. A un certo punto il club viene invaso dai giovani, i ragazzi della locale squadra di nuoto venuti ad allenarsi, e i vecchi sono costretti loro malgrado a lasciare la piscina e rifugiarsi al tavolo sotto il pergolato. Fra loro non c'è il capitano Ni'mat, che va a mettersi su una sdraio in disparte da dove osserva, divertito e ammirato, i corpi lisci e flessuosi dei giovani che guizzano agili nell'acqua azzurra. Poi quell'osservazione diventa contemplazione, e il capitano Ni'mat è il primo a sorprendersi del rapimento estatico da cui è travolto e al quale non sa ancora dare un nome. Il libro racconta il viaggio dell'ex militare, sposato e padre di due figlie, nella propria tardiva omosessualità: una scoperta di se stesso esaltante, quando in una successione di torridi incontri sessuali prova un piacere mai provato prima, e allo stesso tempo devastante, quando si rende conto che la deriva presa dalla sua vita va contro tutte le regole del vivere sociale, tanto più in un paese come l'Egitto, sempre più succube della rigida morale islamica. La difesa della propria individualità contro le convenzioni del sistema è l'ultima battaglia del capitano Ni'mat.