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Giuseppe Antonio Torricelli (1659-1719), scultore in pietre dure, esperto lapicida e trattatista dilettante, fu un personaggio emergente al servizio del granduca Cosimo III de' Medici. Ardui materiali come calcedoni, diaspri, agate, cristalli di rocca sono da lui plasmati con straordinaria perizia, quasi fossero cera, e le sue opere dal modellato fluido e dalle esuberanti cromie, ottenute con l'assemblaggio di sezioni intagliate a rilievo in pietre diverse, sono efficace espressione dello sfarzoso barocco fiorentino. Ha lasciato memoria della sua esperienza in alcuni scritti destinati alla redazione di un trattato sulle pietre, il "De lapidibus", che non riuscì però a dare alle stampe. La stesura manoscritta originale perduta, risalente al 1714, era tuttavia ben divulgata attraverso svariate copie. La trascrizione del manoscritto è commentata con un accurato apparato critico ed è introdotta da un saggio che evidenzia l'originalità e il carattere innovativo degli scritti del Torricelli. Il volume ripercorre inoltre gli aspetti salienti della sua vasta produzione plastica allo scopo di offrire una visione unitaria della sua singolare e poliedrica personalità.