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È forse venuto il tempo per rendersi conto del «peccato originale», per così dire, della grande tradizione filosofica europea occidentale. Dalle sue origini, con Platone che sceglie l'epistème contro la dóxa, incurante dell'impoverimento dell'esperire umano quando venga meno il legame con la conoscenza ordinaria, a René Descartes, che cancella la memoria a favore dell'«imperialismo della logica», acquista in essa una posizione di predominio l'impostazione del pensare che nega la memoria e fa coincidere il progresso con la cancellazione della tradizione. In realtà gli esseri umani, che per una volta nascono e passano sul pianeta Terra, non sono nulla in senso assoluto. Sono ciò che sono stati e, anzi, più precisamente, ciò che ricordano di essere stati. Non «cogito, ergo sum», bensì «reminiscor, ergo sum» (mi ricordo, dunque sono).