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Un affresco di tensione lirica che si stempera e ricompone in una caleidoscopica e originalissima varietà di registri linguistici. Il poeta traccia il recupero dei suoi ricordi, più o meno dispersi nel tempo, affinandoli attraverso una peculiare scelta lessicale, disponendo i lemmi su un pentagramma emozionale dominato da figure retoriche tra cui similitudini e metafore. Il lettore è invitato a scoprire i diversi piani di lettura all'interno dello stesso verso, a romperli nell'afflato delle proprie emozioni. Si avverte la scansione temporale che ha accompagnato la stesura delle liriche, gli stati d'animo talvolta antitetici. Se è, innegabilmente, il recupero della memoria quale fil rouge della silloge mai esso perde quel carattere di universalità che è proprio della poesia di Valerio Innocenti.