Tab Article
Negli anni ottanta del Novecento l'Autore di queste pagine viene condannato per il reato di diserzione. Egli racconta la sua storia personale, l'esperienza del carcere militare, della fuga all'estero e dei trattamenti che vi subisce da parte di opache figure istituzionali, e motiva le sue vicissitudini: «Desidero disapprendere la violenza instillata gradualmente nei nostri cuori attraverso sentimenti d'inadeguatezza e diffidenza. Sono un giovane ragazzo europeo che non sogna conquiste e trionfi, non esige patrimoni disseminando insegne e stendardi». «Il libro è più che un resoconto di avventure, fatiche, gioie e dolori vissuti come un poema epico omerico, o come una tragedia shakespeariana, è un richiamo, un memorandum all'umanità, attraverso un appello testimoniale, dei valori più importanti della vita, delle ragioni che danno senso allo sforzo e al sacrificio, anche quando il dubbio, perenne, eterno e benedetto, minaccia talvolta di disintegrare il forziere delle convinzioni». (dalla prefazione di Martín Guevara Duarte)