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La sua figura fra storia e mito dovrebbe essere evanescente, eppure è arrivata fino a oggi. Semiramide, in cui nome in lingua siriana significa la colomba, non se n'è mai andata. È volata in un altro luogo, ma rimane presente. Ha saputo impressionare talmente i suoi contemporanei da indurli a tramandarne la memoria nei millenni, raggiungendo la statura di un Achille, di un Alessandro Magno, di un Romolo, e continuando a ispirare artisti e poeti antichi e moderni, da Catullo a Calderòn de La Barca, da Dante Alighieri a Gioacchino Rossini. Con la sua scrittura visionaria e medianica Claudia Salvatori tenta di ricostruire la donna che è rimasta sepolta sotto le troppe parole di altri, contemporaneamente indagando le origini della leggenda. E scoprendo che una donna vera è la leggenda stessa, l'impossibile semplicemente reale. Una donna vera in un'epoca in cui la dignità sociale, politica e religiosa delle donne stava scomparendo fra le nebbie di un lontano passato, ma riusciva ancora a illuminare il mondo con qualche bagliore.