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L'esperienza storica della Repubblica Sociale è stata descritta prevalentemente come l'apice della violenza che il moribondo regime fascista seppe fino ad allora esprimere, l'ultimo cruento colpo di coda vibrato da un regime autoritario che impose un ventennio di dittatura a una popolazione oppressa ma segretamente riluttante. Prevalgono quindi le tinte forti: gli episodi di violenza, gli eccidi, le sevizie, le razzie e le fucilazioni sommarie, le barbarie di ogni tipo perpetrate dalle brigate nere, l'espressione più odiosa del regime fascista repubblicano. Dal fronte opposto si è tentato di proporre una memoria celebrativa e quasi romantica dell'esperienza della Repubblica Sociale Italiana, rivendicando con forza la difesa dell'onore tradito. Presa tra i fuochi incrociati delle opposte tendenze, la riflessione ha perso di vista la complessità del vissuto degli italiani al tempo della RSI. Questo volume raccoglie le riflessioni emerse nel corso di un convegno promosso dal Centro studi e documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale. I contributi raccolti appuntano l'attenzione sulla vita quotidiana di un'Italia ancora sostanzialmente agricola. Ne emergono gli sforzi, le difficoltà e le contraddizioni di un'economia agraria, stremata dalla guerra ma pur tuttavia in corso di trasformazione e che in qualche misura prepara il terreno per il salto della successiva modernizzazione dell'Italia postbellica.