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Due secoli, dalla fine dell'800 alla fine del '900, due regioni, Lombardia e Basilicata, e due realtà di Chiesa, Mantova e Potenza. La biografia del servo di Dio Augusto Bertazzoni tocca questi tempi e questi spazi. Come lo descrive mons. Agostino Superbo nella Presentazione: "Fu un pastore tenero e generoso verso i poveri, ai quali aprì il suo cuore, fraterno verso i sacerdoti, modello attraente per i chiamati al sacerdozio". Bertazzoni, nato a Polesine di Pegognaga, in provincia di Mantova, nel 1876, a ventotto anni è arciprete-parroco di San Benedetto Po e dal 1930 al 1966 è vescovo delle Chiese di Potenza e Marsico, in Basilicata, dove si trova ad affrontare la durezza della povertà di questa terra nella quale "il fascismo relegava i confinati", come osservò il vescovo di Mantova Carlo Ferrari. Come scrive ancora mons. Agostino Superbo: "Ebbe in dono da Dio una meravigliosa disponibilità ad ascoltare, accogliere, soccorrere...". Un pastore che ha percorso le terre della sua diocesi condividendo la povertà e la durezza della vita del suo popolo in un tempo di grandi fatiche e di difficoltà: prima per la guerra e poi per la ricostruzione, lenta e faticosa. Questa biografia è anche uno spaccato della storia italiana del primo novecento, segnata dalla guerra e dalla dittatura. Ed è proprio in un contesto così difficile che emergono le personalità di grande spessore e coerenza.