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Dall'immediato secondo dopoguerra fino alla metà degli anni Sessanta, "La Settimana INCOM" ha anticipato l'inizio di ogni spettacolo cinematografico raccontando l'Italia in bianco e nero. Il volume ne ripercorre la storia nel decennio compreso tra il 1946 e il 1956, un arco di tempo in cui, prima che si imponesse la televisione, il cinegiornale documentava la coraggiosa ripartenza del nostro paese dopo le ferite della guerra. Le cineprese ritraggono una nazione che faticosamente cresce e si modernizza sotto la doppia tutela dell'apparato di controllo governativo e della superpotenza americana. Sul grande schermo appare un paese più bianco che nero: ci sono le industrie del Nord, le case assegnate ai poveri, i nuovi comfort offerti da autovetture ed elettrodomestici, i sogni che finalmente si realizzano. C'è anche il Sud che si rialza dalla fame e dal degrado. Pochi, invece, i cenni ai disordini, agli scioperi, alle lotte per il lavoro. "La Settimana INCOM" ha illustrato l'Italia "come era davvero" e quella che la classe dirigente di allora voleva che fosse. Oscurando scosse e traumi, come in un film a lieto fine, ha mostrato la corsa irresistibile del paese verso il "miracolo".