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Il volume propone una riflessione sul rapporto fra cultura russa e civiltà occidentale, rappresentata da Firenze come "culla del Rinascimento". Gli autori, italiani e russi, considerano da molteplici prospettive disciplinari il senso di questo confronto, accentuatosi fra Otto e Novecento. Con "Antirinascimento" si identifica qui una interpretazione che, negando la centralità dell'uomo, "demonizza" in qualche modo l'eredità rinascimentale, ed esprime un'alternativa intrinseca alla cultura russa, convivente con una devozione ammirata che ne fa egualmente parte.