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Sviluppare il potenziale di tutti i propri cittadini dovrebbe essere lo scopo principale di ogni stato. L'edizione italiana del rapporto dell'OCSE ABC dell'uguaglianza di genere nell'istruzione. Attitudini, comportamenti, fiducia consente di comprendere almeno alcune tra le motivazioni relative alle differenze di rendimento tra ragazzi e ragazze di 15 anni. L'istruzione è una chiave per ridurre la disparità di genere, come dimostrano molte nazioni che, attraverso politiche mirate, hanno colmato con successo il divario nei risultati di apprendimento. Eppure, come ci rivela il rapporto, gli atteggiamenti nei confronti della scuola e le aspirazioni per il futuro di ragazze e ragazzi sono nettamente differenti - il che ha un impatto rilevante sulle loro decisioni di proseguire la propria istruzione e sulle loro scelte professionali future. L'emergenza relativa alla povertà educativa si può sintetizzare con un dato: nel 2012, il 14% dei ragazzi e il 9% delle ragazze intervistate nell'indagine PISA (Programma per la valutazione internazionale dell'allievo) non raggiungevano il livello minimo di padronanza in nessuna delle tre aree fondamentali. Le disparità di genere in termini di prestazioni non derivano da innate differenze attitudinali, ma piuttosto dall'atteggiamento degli studenti rispetto all'apprendimento e dal loro comportamento a scuola, da come decidono di trascorrere il loro tempo libero e dalla fiducia che hanno - o non hanno - nelle proprie capacità come studenti. Questo rapporto rappresenta un contributo dell'OCSE al dibattito sulle questioni di genere, particolarmente rilevanti in Italia, esamina gli ostacoli esistenti per la parità tra uomini e donne in materia di istruzione, occupazione e imprenditorialità e offre spunti preziosi per migliorare le politiche e la promozione della parità fra i sessi sia nell'OCSE sia nelle nazioni partner. Tra le soluzioni proposte, un ruolo importante paiono avere la lettura, le didattiche attive, il protagonismo degli studenti.