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Quella raccontata in questo libro toccante è una storia che comincia nella disperazione più buia ma ha un finale luminoso ed entusiasmante. La disperazione più buia è quella di una madre che riceve, per il proprio bambino di neanche tre anni, una diagnosi di autismo infantile in forma severa che negli anni, sorprendendo gli stessi neuropsichiatri, si trasforma in un autismo ad alto funzionamento: la sindrome di Asperger. Torniamo indietro a circa dieci anni fa: Sabrina Paravicini è un'attrice dì successo e, da un giorno all'altro, cancella provini e impegni per dedicare tutte le proprie energie al piccolo Nino. A lei il suo bambino, anche se ripete filastrocche lunghissime e impila oggetti inadatti a stare uno sopra l'altro, non è mai parso "strano", ma "strano" appare ai compagni e alle educatrici della scuola d'infanzia con cui ha evidenti difficoltà a relazionarsi. Sabrina - terrorizzata che Nino non impari mai a leggere e scrivere né possa avere una vita normale, innamorarsi, una sua famiglia, un figlio... - intraprende con lui un faticoso cammino fatto di visite neuro-psichiatriche, interminabili soste in sala d'attesa, battaglie con la burocrazia, terapie sbagliate da abbandonare. Ma fatto anche di incontri importanti con tante persone in difficoltà come loro e con professionisti che hanno saputo aiutarli (sempre nel servizio pubblico!). È così che, piano piano, si compie il miracolo: Nino, con accanto una mamma capace di infondergli tanto amore, sviluppa una sensibilità sorprendente e un suo modo dolce e acuto di comunicare e di osservare la realtà. Un talento così spiccato e particolare da permettergli addirittura di ideare e realizzare con la madre il film Be Kind sul tema della diversità, vista come qualcosa che dobbiamo trattare con gentilezza e valorizzare per imparare tutti quanti a vivere più armoniosamente insieme. E quindi a essere più felici.