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Joshua Levin ha un sogno nel cassetto: vedere una delle sue sceneggiature trasformata in film di successo da qualche influente produttore hollywoodiano. Dopotutto, il suo portatile trabocca di idee luminose, una delle quali potrebbe certo essere notata, prima o poi. La #196 magari - "Una rock star completamente fatta sclera durante il concerto, si precipita giù dal palco e si smarrisce in una città di cui non ricorda il nome, ma le cui strade sono affollate dalle sue allucinazioni. Titolo: Cantando sotto acido" -, o forse la #142 - "Degli alieni travestiti da tassisti rapiscono la fidanzata del protagonista e lui deve trovare il modo di raggiungere un pianeta lontano per salvarla. Titolo: Love Trek". Oppure la più recente, "Guerre zombi", in cui si narrano le avventure del maggiore Klopstock e del suo tentativo di salvare il mondo dall'invasione dei famelici mangiacervelli. In attesa di sfondare, Joshua sbarca il lunario come insegnante di inglese per stranieri e divide il suo tempo fra l'impeccabile fidanzata Kimiko, una psicologa infantile senza debolezze né distrazioni (salvo forse quei giochini erotici nel cassetto), il workshop di scrittura dove giorno dopo giorno siede accanto ad altri sfigati inconcludenti per non imparare come si scrive un copione di successo, e la sua famiglia ebrea confortevolmente opprimente e mediamente infelice. Tutto sommato un'esistenza placida - "tua vita è coperta calda", gli dice un compagno di corso che la guerra l'ha fatta davvero...