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A volte gli incontri che ti stravolgono la vita avvengono quando meno te l'aspetti. Un po' come l'amore. Prendete Freya, Harun e Nathaniel per esempio. Non si conoscono e le loro vite non potrebbero essere più diverse. Freya è una stella emergente della musica che ora si trova in un punto indefinito fra "l'essere sulla bocca di chiunque" e "l'essere famosa"; Harun sta progettando di scappare da tutto e da tutti e, proprio per questo, a ogni minuto che passa, si sente sempre più un codardo, un bugiardo e un pessimo figlio. Infine Nathaniel, il cui mondo sembra essere collassato in un profondo buco nero che inghiotte tutto lo spazio in cui possono esistere la luce, l'amore, i possibili dopo. Tre estranei. Tre solitudini. E un destino bizzarro che gioca con loro facendoli incontrare per caso. E che poi li spinge a trascorrere un'intera giornata insieme, incapaci come sono di spezzare la cordicella invisibile che collega i loro cuori dal preciso istante in cui si sono conosciuti. Per la prima volta nella vita hanno trovato qualcuno che capisce chi sono davvero, che percepisce la loro tristezza come fosse la propria, anche se non ne comprende l'origine. E un fatto del genere, soprattutto nel momento in cui più si sentono soli e disperati, è una fortuna, anzi un miracolo. Qualcosa che capita una volta sola nella vita. Talmente speciale da dargli coraggio e convincerli che forse è possibile rimuovere la rete di sicurezza e buttarsi, per provare a essere finalmente, e completamente, loro stessi.