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Esistono realtà profonde che, prima di essere portate alla luce e condivise con gli altri, necessitano di un periodo di "incubazione" e di elaborazione. A differenza delle piante, il cui seme sempre affonda le sue radici in profondità, prima di offrire i suoi germogli e i suoi rami alla luce del sole, l'uomo "nasce ed emette le sue radici nel momento in cui sente di avere radici, radici che non lo inchiodano, ma lo accompagnano, lo sorreggono, lo nutrono di linfa vitale ovunque il suo respiro si confonde con un altro (che non sia altro da sé) respiro umano, con il respiro della Terra sentita partecipe e complice". Le osservazioni, le riflessioni, i momenti di rapimento che ho avuto il privilegio di rubare alle altezze dei cieli, alle profondità dei mari, alle vertigini delle vette e alla schiva ritrosia della valle, di cui si compongono gli scritti del mio libro, sono stati nascosta parte della mia vita. Ora, prepotenti, mi hanno chiesto di venire alla luce. E non ho saputo dire di no.