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Un agile ma approfondito studio sulla nascita e l'affermarsi di un'idea di spazio urbano condiviso e vincente, condotto attraverso un'indagine a tutto campo che quest'idea ha avuto nel corso delle epoche. Si passa così dall'episodio biblico della torre di Babele alla regolarità dei piani di Ippodamo da Mileto, dalle costruzioni filosofiche di Platone e Aristotele alle concezioni ideali rinascimentali; arrivando infine a Robert Owen, Charles Fourier, Etienne Cabet e gli altri socialisti utopisti del XIX secolo e alle successive esperienze sia al di qua che al di là della cortina di ferro. Vengono analizzati i grandi piani urbanistici sovietici ma anche le esperienze occidentali delle città-giardino, i villaggi operai come pure le diverse applicazioni del Falansterio. L'autore indaga su aspetti teorici e costruttivi, politici e economici, filosofici ed estetici, cercando di fornire una lucida interpretazione della successione cronologica degli eventi e individuare le conquiste e i limiti della maniera collettivista e funzionalista di intendere lo spazio urbano, senza tralasciare uno sguardo sul futuro del vivere comune secondo i principi di giustizia e uguaglianza.