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«Tutta la trama è costruita sul motivo dell'inadeguatezza della conoscenza umana: solo la conoscenza divina è perfetta, ma gli dèi non partecipano la verità agli uomini, o la svelano quando è ormai troppo tardi. Edipo, colui che ha saputo liberare Tebe dalla morsa della Sfinge in virtù della sua intelligenza, adesso deve lottare con l'enigma per lui più difficile e fatale, fino a scoprire di non conoscere neppure la propria identità: così il saggio si rivela ottuso, l'inquisitore colpevole, il giustiziere vittima della propria giustizia. Edipo è simbolo dell'impotenza dell'uomo di fronte alle forze che trascendono la sua volontà» (Alberto Borgogno).