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Quaranta nomi, esordio in lingua inglese della scrittrice afghana Parwana Fayyaz, è una raccolta di componimenti in versi che forgia la sua materia prima - le storie narrate all'interno del microcosmo familiare e rurale negli anni dell'infanzia di Parwana stessa - in potenti ritratti di figure femminili al tempo stesso concretissime e leggendarie. La poesia diventa così un gesto simbolico in cui si intrecciano omaggio e sfida, compassione e ricerca di riparazione: restituire voce alle donne a cui è stata tolta, donne conosciute solo come figlie o madri o mogli di uomini, e il cui nome, a volte assente persino sulla tomba, è sradicato a forza dalla memoria collettiva. Tra il fuoco incrociato della guerra e dell'onore e contro questa violenza maschile perpetua, Parwana Fayyaz cerca di recuperare tutti i fili invisibili della rete di amore e coraggio che tiene insieme le donne della sua famiglia e del suo popolo, fra echi della mistica medievale persiana, miti ancestrali e cruda realtà storica.