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Scriveva Benedetto Croce: "fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini". Citandolo Fabrizio De André preferì definirsi "precauzionalmente un cantautore". Non c'è, invece, vergogna nel riconoscersi nella seconda categoria di Croce. Quei "cretini" che, trascorsa una vita di disciplinata coerenza, provano a ritrovarsi nei pensieri disordinati e irriverenti della loro età dei sogni. In ognuno di noi c'è un cretino che ospita un poeta. E un poeta, in fondo, è solo un cretino riuscito meglio.