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Omar Pedrini nella prefazione scrive: "Non mi è dato sapere se questa storia sia autobiografica o meno, se sia vera o di fantasia ma visto che ho l'onore e l'onere di essere citato in un episodio che mi riguarda, di tanti anni fa, ricordandolo perfettamente non posso che pensare che ci sia comunque una base di ottima autobiografia. La cosa che mi colpisce e per la quale consiglio questo libro è che è un libro Rock&Roll, c'è tantissimo Rock&Roll ma la cosa bella è che non si vede il Rock&Roll soltanto fatto di lustrini, paillette, ricchi premi e cotillon, nani e ballerini e riflettori delle televisioni il Rock&Roll di cui ci parla l'autore è un Rock&Roll del dietro le quinte, è un'analisi quasi psicologica dell'essere artista, del volere essere artista puro, del ciurlare il manico a volte nel torbido, nell'accettare i compromessi perché la band è importante e quindi non rovinare le atmosfere positive che devono circondare una band e un leader con i suoi fidi cavalieri. Quindi un Rock&Roll visto da un punto di vista meno romantico, che riporta tutti con i piedi per terra ma non ci impedisce di sognare".