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Un libro assai interessante, nato dalla convinzione dell'autore che, quando si analizzano dipinti di carattere sacro, a maggior ragione se di epoca rinascimentale o precedente, sia necessario uno studio più approfondito, come ribadito dalla Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa che, nel 2006, invitava il mondo ecclesiastico ad aiutare maggiormente il visitatore: «alla comprensione delle opere d'arte, soprattutto sotto il profilo del contenuto iconografico e del messaggio spirituale, abitualmente trascurato dalla critica d'arte». Non fosse altro per ricondurre queste opere allo scopo non secondario che avevano quando sono state concepite e create; vale a dire la loro enorme importanza per la promozione e la comprensione del messaggio evangelico. Il raffronto tra le diverse scelte iconografiche di tre artisti, fra i massimi della pittura veneta del Cinquecento, ma non solo, come Lotto, Palma e Tiziano, ci aiuta a comprendere quanto le convinzioni religiose dei tre Maestri, che ebbero in Giovanni Bellini fonte luminosissima, si riflettessero sulla loro visione della vita e, inevitabilmente, sul modo di esprimerla nelle loro opere artistiche. Per esempio Tiziano sembra prediligere L'Onnipotenza di un Dio misterioso, il cui intervento è rappresentato tramite manifestazioni atmosferiche di vento, nubi, lampi, fulmini che concorrono a dare il senso di un intervento ultraterreno, trasmettendo mistero, paura e potenza, non certo il biblico sussurro di un vento leggero. Rispetto al Lotto, piuttosto che la santità, Tiziano mette in evidenza l'umanità dei personaggi. In quanto al Palma, dal punto di vista dei messaggi proposti nei suoi capolavori, risulta essere senza alcun dubbio il più innovativo nella capacità di penetrare più a fondo possibile nella raffigurazione di un evento sacro, rompendo a tal fine persino gli schemi iconografi. Nella sua "diligente tenerezza del colore", respira l'Amore divino e l'Amore umano. Dall'analisi degli splendidi capolavori di ciascuno, risulta quindi evidente il modo diverso di sentire il mistero di Dio e del sacro in generale, oltreché di raffigurarlo, tenendo conto dei loro rapporti con i committenti, soprattutto delle pale sacre per i luoghi di culto. Si scopre inoltre che, in modo più o meno marcato, ci sono dei fili conduttori che contraddistinguono le rispettive creazioni artistiche e, insieme, le unificano, molto più di quanto ci si aspetterebbe. Negli ultimi due capitoli, i lettori potranno valutare la fondatezza di alcune tesi, proposte dall'autore, tesi che osano dare risposta ad alcune domande, tra le quali: «Palma a Venezia è arrivato verso la fine della prima decade del Cinquecento, come sostenuto dalla maggior parte degli studiosi, o più di 10 anni prima?». «È vero il racconto secondo il quale, Lorenzo Lotto e Sebastiano Luciani (detto Sebastiano del Piombo), hanno dovuto allontanarsi da Venezia perché Tiziano, a partire già dalla seconda decade del Cinquecento, esercitava un dominio assoluto e lasciava agli altri artisti solo le briciole? Infine, viene avanzata una possibile spiegazione sul perché il maestro bergamasco ha voluto assumere il nome d'arte 'Palma'. Un libro sorprendente, interessante, coinvolgente e stimolante, ricco di immagini, di raffronti e di analisi critiche. Un lavoro che certamente coinvolgerà il lettore stimolando la ricerca di nuove e magari diverse interpretazioni, altrettanto coerenti. Ricchissima la documentazione fotografica con oltre centocinquanta riproduzioni di dipinti e dettagli. Capitoli interi sono dedicati ai temi L'Assunzione di Maria, Il Risorto, L'Annunciazione, Cristo e l'adultera, Amor sacro amor profano, Altri confronti, Sacra Conversazione. Non mancano ovviamente le pagine con l'elenco degli artisti, l'indice dei nomi e la bibliografia.