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«Finita la lettura delle quindici scene di questo dramma di quasi trent'anni fa, alla "querida presencia" dell'amico che ci ha mostrato modi nuovi di leggere tanti amati testi viene da chiedere: perché ci hai voluto raccontare questo personaggio e questa storia, fidandoti del fatto che la conoscessimo - come la conoscevi tu - cucinata in tutte le salse, e risentita e rivista a teatro e all'opera e al cinema, da Monteverdi a Petrolini (per limitarci ai sommi) e oltre? Cosa volevi tirarne fuori di nuovo e di tuo? Poi, ci prende il gioco del distacco, quasi volendo imitare lui che da studioso del presente letterario ha avuto il privilegio di farsi amici gli autori che studiava, senza però mai derogare dalla lucidità dell'analisi. E proviamo allora a interrogare il testo...» (dalla "Postilla" di Alessandro Pancheri)