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Negli anni Sessanta, in pieno boom economico, una cittadina di medie dimensioni si ritagliò fama nazionale e internazionale come "capitale della scarpa". Vigevano, in provincia di Pavia e a pochi chilometri da Milano, contava all'inizio del decennio poco più di 51.000 abitanti e mille fabbriche e micro-fabbriche (in ogni scantinato, ce n'era una), da cui ogni giorno uscivano novemila paia di calzature in viaggio per tutti i mercati del mondo. Un universo già messo alla frusta dallo scrittore Lucio Mastronardi nella sua celebre trilogia di romanzi "Gente di Vigevano" (Il calzolaio, Il maestro, Il meridionale), ma in parte ancora da esplorare. Con le scarpe ci si arricchiva, fabbricando scarpe anche si moriva. Una lunga scia di intossicati dal "tenacio", il collante usato per unire le componenti della calzatura e contenente il micidiale benzolo. Tra le vittime, anche una bambina di otto anni. Ed è in particolare su questo "lato oscuro", ben presto rimosso dalla memoria collettiva, che il libro e l'allegato film-documentario di Filippo Caserio e Alessandra Ceriani vuole riaccendere i riflettori. Contiene DVD.