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Nigeria. Giugno 1986. Una giovane donna lascia la sua terra con il figlio appena nato: lo chiamerà Matteo. Il piccolo cresce in Italia assorbendo tutte le difficoltà, le angherie e le discriminazioni razziali subite da sua madre. Difatti, i genitori lo invitano a lasciare l'Italia, a loro dire razzista, provinciale e discriminate alla volta di Londra, città cosmopolita, che gli avrebbe offerto opportunità di realizzazione, sotto ogni punto di vista. Invece Matteo Ogor, mosso dall'amore immenso per sua madre, desideroso di "vendicare" le umiliazioni subite dalla stessa, decide di restare in Italia: si laureerà, si candiderà alle politiche e diventerà il primo ministro afro-italiano a guidare il Ministero dell'Interno, con un partito di centro destra.