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Secondo il dizionario, il termine chiaroscuro si definisce come un "procedimento pittorico, che tende, indipendentemente dal colore, attraverso variazioni di chiari e di scuri, a riprodurre l'effetto risultante nella realtà dalla diversa posizione delle varie parti di un corpo rispetto alla sorgente luminosa che lo investe, descrivendo le particolarità della sua forma e accentuandone il rilievo." La luce e il suo rivelare, attraverso il contrasto con le ombre, forme e volumi. Il termine stesso, in verità, così come le due parole che lo compongono, non è certo privo di altri significati di tipo morale, simbolico, psicologico, a partire da quella "selva oscura" da cui tanta parte della letteratura italiana prende avvio. Da sempre si è associato alla "chiarezza" un sentimento positivo, che sia essa data da luce divina o da quella della ragione, che rappresenti la verità o la purezza, e viceversa dentro l'oscurità si presuppone si nasconda la malvagità, la menzogna o una bestiale irragionevolezza. Un contrasto tra estremi, dunque, una lama manichea che divide nettamente il bene dal male. Anche quest'anno una doppia lettura del titolo, che sta tutta in quella "O" maiuscola.