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«Cessa», «maestrina», «vai a fare la calza», «meriti di morire», «un mostro di bruttezza e cattiveria», «strega», «a te non ti stupra nessuno», «la vedo bene come cassiera», «le donne utilizzano il sesso per fare carriera» Gli autori non sono solo leoni da tastiera solitari, sempre più spesso sono squadre di odiatori organizzati il cui scopo è silenziare il lavoro delle giornaliste. Alcune giornaliste raccontano che cosa significa lavorare, raccogliere notizie, smontare fake news sapendo che la conseguenza sarà una grandine di insulti e minacce. Tornare a casa e guardarsi le spalle, passare le notti a cancellare commenti infami, denunciare alla polizia postale.