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Una volta che ci saremo lasciati alle spalle questa pandemia c'è da fare i conti con tutta la storia emotiva vissuta e interiorizzata dalle nostre coscienze, coinvolte in questa guerra asimmetrica contro un nemico invisibile che non fissa in partenza le sue strategie ma le adatta con tempi e modalità che sfuggono a qualsiasi previsione. La vera lotta che dovremo combattere sta proprio su questo fronte ed è orientata al recupero di una realtà che in parte ci è sfuggita di mano proprio in un momento in cui sembrava che l'innovazione tecnologica ci avesse dotato di mezzi sufficienti per poter dominare questi eventi. Fino a quando questo non accadrà saremo accompagnati da un senso di angoscia diffusa che è figlia di ogni fallimento. La particolare connotazione culturale dell'autore, che si definisce un umanista prestato all'ingegneria, gli consente di comprendere fino in fondo gli arricchimenti indotti dalla tecnica, ma anche i guasti che questa può produrre quando si trasforma in una sorta di ebbrezza tecnologica che pretende di dominare su tutto.